Viene coadiuvato dal vicepresidente vicario della federazione e dal presidente della Lega Serie A, oltre ad avere la possibilità di istituire un organo consultivo composto da personalità del calcio italiano. Il presidente Gagliardi decise, alla vigilia del campionato di Serie C 1963-1964 di abbandonare la società, lasciandola in una situazione complicata: si alternarono, in quella stagione, ben tre commissari straordinari. Tuttavia, i magri risultati racimolati nel momento culminante della stagione, peraltro in sfide decisive che la vedevano opposta alle dirette concorrenti, frenarono le ambizioni della Salernitana, che concluse per la seconda volta consecutiva il torneo al 5º posto. A fine anno, fu così 5º posto. La squadra lombarda, infatti, dopo la fine della Grande Guerra, venne ammessa in Prima Categoria, il campionato di massima serie. Il risultato più importante ottenuto invece nei successivi anni settanta a livello di squadra fu il secondo posto raggiunto nel girone C della Serie C 1970-1971, per il resto la squadra continuò per tutto il decennio a militare nel terzo livello nazionale raggiungendo vari piazzamenti, fra cui il quarto posto nel campionato immediatamente successivo (con Mauro Pantani capocannoniere del girone con 17 gol).
Gli anni ottanta non si discostarono molto dai risultati ottenuti nei settanta così come non mancarono contestazioni e problemi di natura economica. Eppure fu proprio verso gli ultimi anni di quel decennio che la situazione iniziò a cambiare in meglio, con una nuova proprietà con a capo Giuseppe Soglia. Allo scopo di placare il caos, in campo vennero sparati alcuni colpi di pistola, ed uno di questi colpì mortalmente Giuseppe Plaitano, seduto tra gli ultimi gradoni della tribuna. Comincia un periodo di grave crisi per gli arancioneroverdi, che dopo la vittoria contro il Torino inanellano 8 sconfitte consecutive, che costano la panchina a Zanetti. A sei giornate dal termine Rosati venne sostituito dal mister Oscar Montez che tuttavia ottenne soltanto sconfitte. Agonisticamente, la Salernitana di Hiden (sostituito a stagione in corso, poi richiamato) lottò per non retrocedere riuscendovi all’ultima giornata battendo il Cosenza. Il ritorno in Serie B avvenne dopo 23 campionati consecutivi di terza serie, al termine di una stagione cominciata fra le proteste e lo scetticismo del pubblico, con il presidente Soglia che aveva rassegnato le dimissioni, dichiarandosi disposto a cedere la società, salvo poi tornare, dopo i primi risultati positivi, al vertice del club. Per la prima volta nella storia della Serie B a 20 squadre, 36 punti non furono sufficienti a ottenere la permanenza nella categoria.
Plaitano fu la prima vittima in uno stadio, ed in merito al drammatico episodio non vennero mai stabilite le relative responsabilità. All’inizio della nuova stagione, per l’occasione, la squadra campana si presentò ai nastri di partenza con un nuovo stadio, l’Arechi, così chiamato in onore del principe longobardo Arechi II, sovrano medievale della città. Protagonisti della stagione, oltre all’allenatore Delio Rossi, ormai per tutti «il Profeta», furono il goleador Giovanni Pisano (capocannoniere del girone), il giovane libero Salvatore Fresi, i due esterni d’attacco Carlo Ricchetti e Massimiliano De Silvestro, il fantasioso Pietro Strada e il caparbio Francesco Tudisco, a segno per due volte nella sfida conclusiva della stagione. Rinnovata negli interpreti (grazie agli arrivi di Giovanni Pisano, Massimiliano De Silvestro, Francesco Tudisco, Claudio Grimaudo, Pietro Strada) e nei componenti dell’area tecnica (allenatore Giuliano Sonzogni, direttore sportivo Renzo Castagnini), nella stagione 1992-1993, la squadra riuscì a stabilire un record di imbattibilità a lungo rimasto ineguagliato, inanellando 22 risultati utili consecutivi.
Il massimo dirigente – in qualità di amministratore delegato – divenne, così, Franco Del Mese; l’allenatore scelto, invece, fu Giovanni Simonelli. La situazione problematica, acuita dall’addio importante del bomber e primatista di reti in granata Giovanni Pisano, portò all’esonero di Franco Colomba, sostituito in febbraio dal traghettatore Franco Varrella. Il nuovo tecnico Silvio Baldini viene esonerato e la squadra è di nuovo affidata al «traghettatore» Pietro Carmignani che la condurrà alla salvezza nel doppio spareggio contro il Bologna (0-1 e 2-0, reti di Cardone e Gilardino). Ma le cose non andarono per il verso giusto, e a stagione in corso l’allenatore venne esonerato favorendo in seguito l’ingaggio di Silvio Di Gennaro (dopo una settimana in cui il mister provvisorio fu il vice Mario Saracino), il quale otterrà 11 risultati utili consecutivi nel girone di ritorno, favorendo una tranquilla salvezza. L’annata fu peraltro caratterizzata da difficoltà societarie: durante la stagione, a Claudio Lamberti, vicepresidente, spettò il compito di dirigere la società, a seguito alle dimissioni (giunte all’inizio del girone di ritorno) di Giuseppe Soglia.
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